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  • Immagine del redattoreDott. Ingegnieros Fabio

LINGUAGGIO E ADOLESCENZA: IL NUOVO CHE AVANZA


Ehi, Anna

Ci beccavamo nel bando, sopra il Booster

Anna fattura e no, non parlo di buste

Mando tutto io, svuota il freezer

C’ho il passaggio assicurato sopra questo diesel

(cit. Anna, “Bando", 2020)

Sebbene fossi preparata al fatto che avresti cambiato carattere con l’adolescenza, una volta avvenuto il cambiamento mi è stato molto difficile sopportarlo. All’improvviso c’era una persona nuova davanti a me e questa persona non sapevo più come prenderla.

(Susanna Tamaro, Va dove ti porta il cuore)





Spesso rimaniamo infastiditi dalle innovazioni che gli adolescenti portano nella cultura dominante. Pensiamo ai neologismi. Quanto disprezziamo a volte quelle parole? Quanto guardiamo straniti se qualcuno dice che frequenta locali “cool” o risponde ad una nostra affermazione con “onesto” o, ancora, inserisce vocaboli come “fareshi” o “esghere”?



Eppure anche noi siamo stati adolescenti e - forse inconsapevolmente - abbiamo trasformato il linguaggio. Abbiamo reso popolari gli “emo”, abbiamo detto alla gente di stare “scialla”. Abbiamo sdoganato sempre di più le parolacce. Le necessità di messaggi limitati (100 al giorno per un massimo di caratteri molto ridicolo) ci ha portato a trasformare il comunque in “cmq” degli SMS. A scrivere i messaggi senza lasciare spazi tra le parole o sostituendo alcuni vocaboli italiani con termini inglesi, solo per risparmiare caratteri.


Il giovane moderno, per sua fortuna, non si deve scontrare con i limiti della comunicazione telefonica: i messaggi sono infiniti, o comunque ci sono app che permettono di inviare gratuitamente. Esiste la possibilità di inviare GIF, video, link, documenti con un semplice click. I minuti a disposizione per chiamarsi sono tantissimi, spesso anch'essi Infiniti, e se non si hanno promozioni vantaggiose, ci si può incontrare su Google meet, whatsapp, zoom o tramite il microfono durante qualche partita alla Playstation.


Gli adolescenti d’oggi si comportano come i giovani di sempre: trasformano i mezzi di comunicazione e il linguaggio stesso. A un messaggio, oggi, si può rispondere con una breve GIF, capace di far innervosire, sorridere, arrabbiare, gioire. Il desiderio di non rispondere a un messaggio può essere dimostrato semplicemente leggendolo e facendo sì che appaiano le famose spunte blu (simbolo che evidenzia l’avvenuta lettura di quanto inviato) senza tuttavia inviare alcuna risposta. La comunicazione, per sua natura, continua così a trasformarsi come ha sempre fatto.


PERCHÉ È FONDAMENTALE RISPETTARE IL LINGUAGGIO ADOLESCENZIALE?


Prima di rispondere a questa domanda. Mi proverei a soffermare sulla nostra esperienza di adolescenti. Provo a facilitarvi, riproponendo quello che io ricordo della mia.

Spesso trovavo gli adulti molto chiusi rispetto ai cambiamenti che noi adolescenti portavamo nell’uso della lingua: “cmq” al posto di “comunque”, in un tema di italiano, poteva essere un errore sufficiente per prendere un bel 4. Per non parlare dell’utilizzo della “k” al posto del “ch”: infastidiva tantissimo.

I più anziani capivano: era la “moda”. Era il nuovo che stava avanzando.

Per gli adulti i cambiamenti erano qualcosa di inutile e di sbagliato, così cercavano di imporre l’uso corretto della scrittura: le nostre trasformazioni non erano giustificate dalle necessità della società in cui si era inseriti.


Il muro invisibile che distanzia l’adolescente dall’adulto veniva così a formarsi, creando un netto divario tra i due differenti mondi: tra il vecchio, il classico, il conservatore e il nuovo, l’innovativo, il progressista.


Era raro che incontrassi adulti interessati a comprendere la motivazione dietro a quel cambiamento apportato e ancora oggi, noi adolescenti cresciuti, trattiamo le nuove generazioni nello stesso modo: con una grave incapacità di considerare con oggettività l’apporto che quest'ultimi portano nella società.



Osservare e ascoltare gli adolescenti, non dando per scontato il significato delle parole che utilizzano, è - quindi - un primo modo per poter entrare all’interno del loro mondo, in parte soggettivo e in parte legato alla loro generazione. Saper accogliere la loro necessità di comunicare, senza respingerne i neologismi, denota una buona capacità di sintonizzazione con l’altro. Se all’interno di un compito in classe o di un elaborato è necessario evidenziare quali sono gli errori dal punto di vista grammaticale, sintattico e di contenuto, in ambienti più informali è di fondamentale importanza avere rispetto del linguaggio adolescenziale, mostrandosi curiosi verso le parole o i termini non conosciuti, interessati a comprendere che cosa nasconde una costruzione particolare di un periodo o che significato hanno un simbolo, una GIF o un video.


È necessario ricordarsi che l’adolescente non è solo l’agente della trasformazione, il creatore del nuovo e del diverso dal passato ma è anche colui che subisce personalmente tale processo. D’improvviso si trasforma la voce, il corpo, il modo di guardare gli altri. Molti dei cambiamenti che avvengono nel corpo e nella mente dell’adolescente sono irreversibili e inarrestabili. Il timbro della voce, l’altezza, la taglia del seno, le dimensioni del pene, la prima barba, sono alcuni esempi dei cambiamenti che si vengono a imporre, come si impone all’adulto la cultura giovanile. Alcune di queste trasformazioni sono accettate, altre sono fonte di sofferenza e di isolamento, altre ancora possono creare curiosità.



L’adulto che punisce, distanzia ed esilia le novità derivanti dalla cultura adolescente, che ne respinge il linguaggio, la musica o il modo di passare il tempo, si pone da modello maltrattante e de-significante rispetto a ciò che è nuovo. Avvalla e rafforza l’idea che i cambiamenti che avvengono sono intollerabili, insopportabili e indegni. Odiare la musica che ascolta un ragazzo di sedici anni significa, in qualche modo, mettere in discussione il suo mondo interno, sminuirlo e trasformarlo in spazzatura. Un adulto che invece si interessa al mondo adolescenziale, che ne ascolta la musica, ne guarda i film o tollera il cambiamento linguistico, è un adulto che accetta il nuovo, lo cerca di comprendere e capire. E’ un adulto che consente all’adolescente di sentirsi riconosciuto e rispecchiato, nonché di fare esperienza di cosa significhi “venire a patti con la realtà”.



Se pensiamo ai numerosi cambiamenti che avvengono in tale fase evolutiva, come per esempio quelli corporei, possiamo comprendere come un modello capace di tollerare il diverso, che si avvicina al nuovo con curiosità e interesse senza pre-giudicare, faciliterà lo stesso atteggiamento curioso nell’adolescente. Dargli la possibilità di vivere il suo rapporto con il corpo, con il mutamento e con il diverso ispirandosi a figure di riferimento e alle strategie da loro trasmesse gli permettono di familiarizzare con la molteplicità di esperienze e situazioni che la vita ci regala.



Gli scrittori e gli artisti spesso riescono a scrivere in modo molto più chiaro ciò che vorremmo trasmettere, per questo credo sia importante concludere con la riflessione della scrittrice americana Jodi Picoult, la quale riesce ad evidenziare - in maniera magistrale - l’importanza di avere a fianco qualcuno: “a diciassette anni, le crisi più piccole hanno assunto proporzioni enormi; i pensieri di qualcun altro potrebbero attecchire nel terriccio della tua mente; avere qualcuno che ti accetta diventa vitale come l’ossigeno”.




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