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  • Immagine del redattoreDott. Ingegnieros Fabio

L'IMMAGINAZIONE E IL SUO POTERE TRASFORMATIVO

Aggiornamento: 2 apr 2020


Ho pensato e ripensato a cosa poter scrivere come secondo articolo. Nessuna idea mi soddisfaceva, sino a quando gli occhi mi sono caduti sullo scritto di J.K. Rowling (2017): “Buona vita a tutti – I benefici del fallimento e l’importanza dell’immaginazione”.



In questo breve saggio viene riportato il discorso che l’autrice di Harry Potter ha tenuto all’università di Harvard. Uno dei libri più belli che io abbia mai letto. Semplice, chiaro, evocativo. Un piccolo testo attraverso cui è possibile fare esperienza di una varietà di emozioni, stati d’animo, colori e immagini (a volte tra loro contrastanti), permettendoci di guardare il mondo da una prospettiva diversa (grazie anche alle numerose illustrazioni che lo accompagnano).


Prendendolo in mano ho iniziato a sfogliarlo e mi sono soffermato su alcune parole che avevo precedentemente sottolineato:



L’immaginazione non è soltanto la capacità unicamente di figurarsi ciò che non esiste, e di conseguenza la fonte di ogni invenzione e innovazione: nella sua qualità forse più trasformativa e rivelatoria, è la forza che ci consente di provare empatia per esseri umani di cui non abbiamo mai condiviso le esperienze (ivi, p. 41).


Per J.K Rowling l’immaginazione concorre sia al progresso della nostra civiltà (dal punto di vista artistico, creativo e tecnologico), sia allo sviluppo dell’empatia, ovvero la capacità “di assumere la prospettiva dell’altro per inferire e, in una certa misura, esprimere il suo stato emozionale” (Fonagy et al., 2005, p. 91).


Il richiamo al senso civico di questi giorni, sintetizzato in centinaia e centinaia di pagine con #iorestoacasa, richiede proprio che ogni singolo cittadino possa essere libero d’immaginarsi capace di comportamenti differenti da quelli utilizzati sino ad oggi, nonché di mettersi nei panni altrui, magari di una persona immunodepressa o di un anziano. Ciò che ci stanno chiedendo non è semplicemente di rispettare una serie di leggi e protocolli, ma di fare uno sforzo d’immaginazione per uscirne più forti di prima.


La capacità di immaginare, di andare oltre a ciò che è reale, è già acquisita a circa due anni e mezzo di vita ed è fondamentale per lo sviluppo del proprio Sé. Tuttavia, prodromi di tale abilità, li possiamo rintracciare già nella capacità del “far finta”, sviluppata alla fine del primo anno. Meares (2005) fa notare come possa sembrare “un paradosso curioso che l’emergere del Sé, che viene associato a qualità come la genuinità e l’autenticità, dipenda in parte dalla contraffazione implicita nel saper fingere. [...]Il Sé che gioca, non si accontenta di essere il proprio Sé, di affermare se stesso, di rifiutare ogni tipo di controllo esterno. Esso va oltre, dicendo ‘Ti proverò questo diventando, secondo la mia volontà, qualche altro Sé. […] Proverò l’essenza del mio Sé uscendone’” (pp. 30-31).




Non credo sia un caso se, al fine di facilitare un cambiamento culturale nelle abitudini di vita, siano in auge più che mai iniziative culturali, artistiche e flash-mob; sono un elemento di fondamentale importanza che ci consente sia di entrare in contatto con gli altri sia di metterci in gioco per trasformarci in qualunque cosa vorremmo essere e che, fino ad ora, non abbiamo avuto il coraggio di divenire. In questo modo avremo la possibilità sia di prendere consapevolezza di un potenziale individuale ancora dormiente, sia di attribuirci un rinnovato ruolo attivo nelle comunità cui apparteniamo, consapevoli del forte potere trasformativo che immaginazione e creatività possono avere.


Ho pensato, così, di proporre alcune attività che potrebbero aiutare ad entrare in contatto con noi stessi, spingendoci ad immaginare di essere in un altro luogo, in un altro tempo o addirittura un’altra persona. Attività perfette per essere svolte in questi giorni di isolamento forzato.


- IL MONDO IN VERSI: un primo modo attraverso cui è possibile entrare in contatto con la nostra capacità d’immaginazione è avvicinarsi alla poesia. Tale forma d’arte ci permette di "aprire i sensi alla parola, al mondo dell'immaginazione [...], alla sua funzione dell'irrealtà" (De Longo, 2018).

Non importa se fate fatica a capire il testo. Molte poesie sono complesse. Chiudete gli occhi e cercate di ascoltare dentro voi stessi: che cosa vi è venuto in mente? Vi siete immedesimati in qualcosa, qualcuno? Cosa state diventando? Dove siete? Provate emozioni? Quali? Non ci sono pensieri giusti o sbagliati. Ci sono immagini che emergono dentro di noi e possiamo solo decidere se afferrarle o meno.

Condividere con gli altri tale attività nella sua interezza vi permetterà sia di comprendere come ognuno sia portatore di un mondo molto differente da quello altrui, sia di amplificare la vostra capacità di essere qualcuno diverso da voi stessi.

- IL MONDO CHE VORREI: cerchiamo di pensare al nostro mondo. In questi giorni ci capita spesso di domandarci che luoghi vorremmo abitare… e allora viaggiamo con la fantasia!

Chiediamoci in quale mondo desidereremmo vivere fra 30 anni, dove e con chi vorremmo condividere il nostro tempo e cerchiamo di realizzarlo (disegniamo, costruiamo un modello di carta… qualunque idea vi venga in mente sarà sicuramente ottima). É una domanda folle immaginarsi un mondo ideale: chissà magari, un domani, lo potremmo realizzare in piccola parte.



- RECITAZIONE IMPROVVISATA: fate dei bigliettini e scrivete una parola, una frase, un titolo di un libro. Qualunque cosa voi vogliate. Mischiateli e sorteggiatene uno. Datevi qualche secondo per riflettere e poi provate a inscenare qualcosa. A volte possono uscire cose straordinariamente folli.

Potete svolgere questa attività da soli, oppure con altre persone. Potete fare dei monologhi a turno, oppure recitare tutti insieme ciò che ha deciso per voi la sorte.

Le regole di questo gioco sono pochissime: 1) non preparatevi, ma fatevi ispirare dal tema che vi viene proposto e 2) non obbligate nessuno a farlo.

Non bisogna aspettarsi che svolgere queste attività una sola volta permetta di arrivare a un cambiamento profondo nel proprio modo di vedere e pensare se stessi e il mondo ma, se ripetuto nel corso di vita consentirà di imparare a sostare in quell’area, quasi magica, che Winnicott chiamava <<transazionale>>: un luogo dove possono coesistere il giusto e lo sbagliato, l‘assenza e la presenza, la realtà e l’irrealtà, ma soprattutto il possibile con l’impossibile.




Bibliografia:


De Longo, N (2018). La rêverie in psicoanalisi: immaginazione e creatività in psicoterapia. Milano: Franco Angeli Editore;


Fonagy, P.; Gergely, G.; Jurist, E.L. & Target, M. (2005). Regolazione affettiva, mentalizzazione e sviluppo del Sé. Milano: Raffaello Cortina Editore;


Meares, R. (2005). Intimità e alienazione: il Sé e le memorie traumatiche. Milano: Raffaello Cortina Editore;


Rowling, J.K. (2017). Buona vita a tutti: i benefici del fallimento e l’importanza dell’immaginazione. Milano: Salani Editore.



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